Diminuzione dell’occupazione ed economia stagnante: è il quadro dei comunicati odierni dell’ISTAT. In Europa la crescita è più sostenuta, sebbene il tasso di crescita diminuisca in modo più marcato rispetto quanto previsto di recente da Commissione europea e IMF. La disoccupazione in Europa 28 cala lievemente al 6.3% dal 6.7% di agosto scorso, anche nell’area euro dove si attesta al 7.5% in diminuzione di 0.5 punti percentuali rispetto ad agosto.
La sanità italiana presenta differenziazioni territoriali sia riguardo ai risultati economici delle aziende sanitarie sia riguardo agli esiti delle cure. Come ridurre questa variabilità garantendo a tutti accesso alle cure? Le proposte di Cittadinanza attiva rappresentano un ponte tra le opposte istanze del centralismo e dell’autonomia differenziata.
Secondo le stime dell’Osservatorio dei farmaci della Bocconi per il triennio 2019-2021, la spesa farmaceutica convenzionata diminuisce per il triennio considerato, mentre la spesa diretta aumenta nel 2019 per stabilizzarsi negli anni successivi, restando sempre il 30% circa sopra il tetto. Il ruolo dei generici e biosimilari.
Ridurre l’incertezza sul futuro del sistema pensionistico può essere un grande aiuto alle finanze pubbliche dei paesi europei. A fronte di una quantità di informazioni difficili da elaborare, gli individui sono disponibili a rinunciare a una quota della pensione in cambio di certezze, con cospicui benefici per le casse dello stato. Questo è quanto sostiene un paper CEPR.
DISOCCUPAZIONE IN AUMENTO, SENSIBILE CALO DEGLI INDIPENDENTI
Tra luglio e settembre in Italia si sono persi 60mila occupati. A settembre la disoccupazione è salita al 9.9%, in aumento di 0.3 punti percentuali (p.p.) rispetto al mese precedente mentre gli occupati sono diminuiti di 32mila unità.
Disaggregando, sono aumentati di 30mila unità gli occupati a termine, diminuiti di 44mila gli indipendenti e di 18mila gli occupati a termine.
Il trend rispetto al mese di settembre 2018 è in aumento: il tasso di occupazione 59,1 è superiore di 0.5 p.p. (+ 111mila unità) e il tasso di disoccupazione inferiore di 0.5 p.p.
Al netto della componente demografica (senza gli effetti della variazione della popolazione nelle classi di età intervenuta rispetto all’anno precedente), gli occupati aumentano in tutte le classi di età, in particolare nella classe 15-34 dove l’incremento tendenziale è di + 2.2%.
Nella classe di età 35-49 vi è un incremento dello 0.1% degli occupati contro una variazione osservata di -2.2%. Questo significa che i 216mila occupati in meno da settembre 2018 sono dovuti in parte anche al passaggio dei lavoratori da una classe di età a un’altra mentre vi è stato un aumento dell’occupazione di 96mila unità dovuta esclusivamente agli appartenenti a questa classe di età.
In EU 28, dove la media è del 7.5%, il Paese con il il tasso di disoccupazione più elevato è la Grecia 16.9% (dato di luglio 2019), in Francia è all’8.4% (-0.1 p.p. rispetto ad agosto), Germania stabile al 3.1% e Spagna 14.2% (-0.1 p.p. rispetto ad agosto).
L’ECONOMIA ITALIANA È STAGNANTE
Rispetto al trimestre precedente il PIL italiano cresce di un debole 0.1% in termini reali, per il 2019 la variazione annualizzata è di +0.2%.
La variazione tendenziale rispetto allo stesso trimestre del 2018 è di + 0.3%. Nell’area dell’euro la crescita congiunturale è stata dello 0.2%, tendenziale 1.1%, annualizzata 0.8% mentre nell’Europa a 28, 0.3%, 1,4% e 1.2% rispettivamente.
Si profila per l’area euro una frenata maggiore di quanto hanno previsto la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale nelle stime più recenti che sono rispettivamente dell’1.3% e dell’1.2%.
Leggermente migliore la situazione dell’Italia sia rispetto alle previsioni dell’IMF che prevede una stagnazione, sia da quelle della Commissione con una stima in diminuzione dello 0.2%, sia anche del Documento programmatico di bilancio che ha previsto +0.1%. Si tratta comunque di una crescita ampiamente insufficiente a risolvere le tensioni legate ai saldi di finanza pubblica.
I dati, presentati in via preliminare, saranno confermati alla fine di novembre di quest’anno.
LA DIFFERENZIAZIONE DELLA SANITÀ IN UN QUADRO D’INSIEME
I conti delle sanità regionali (SSR) sono tornati in ordine sebbene vi siano sempre significative differenze sia per quanto riguarda gli esiti sia per quanto riguarda le performance.
Il mondo della sanità è da tempo al centro dell’attenzione mediatica tra sostenibilità, istanze di centralizzazione e spinte autonomiste delle Regioni. Nel dibattito sull’autonomia differenziata, la proposta di Cittadinanzattiva è di coinvolgere i cittadini e i pazienti in un processo partecipativo e di integrare, l’articolo 117 della costituzione “la tutela della salute nel rispetto del diritto dell’individuo ed in coerenza con il principio di sussidiarietà di cui all’art. 118 Cost.”
Nel rapporto sono passate in rassegna numerose fonti. La più importante è la rilevazione annuale, a cura del Ministero della Salute, delle performance dei SSR attraverso la griglia LEA dimostratasi inadeguata soprattutto nei confronti territoriali nel tempo.
Questo ha portato all’adozione, a partire dal 1° gennaio 2020, di un nuovo sottoinsieme di indicatori che nella fase di test ha già fatto emergere differenze più marcate tra le Regioni di quanto non sia emerso dal precedente sistema di misurazione. Puglia, Abruzzo, Molise e PA di Bolzano adempienti nel 2017 e l’Abruzzo con valori vicini alle Regioni del centro Nord, risultano inadempienti o parzialmente inadempienti.
Il 54% dei cittadini segnala difficoltà di accesso al sistema sanitario per i lunghi tempi d’attesa, dato giudicato preoccupante. Per migliorare la governance è richiesta una maggiore trasparenza nella pubblicazione delle liste di attesa da parte delle Regioni, di cui solo 9 (Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle D’Aosta e P.A. di Bolzano) mettono a disposizione portali interattivi.
Cittadinanzattiva – VII Rapporto dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità
PREVISIONI DELLA SPESA FARMACEUTICA, PREOCCUPA LA SPESA DIRETTA
Per il triennio 2019-2021 le previsioni della spesa farmaceutica vedono una tenuta della spesa convenzionata e mentre la spesa per acquisti diretti delle aziende sanitarie è sempre sopra il tetto.
In dettaglio, la spesa convenzionata per il 2019 è stimata in 8.05 miliardi di euro in leggera diminuzione (-1,2%) rispetto al 2018, con un trend discendente anche nel biennio successivo, -2,3% e -1,8% rispettivamente per il 2020 e il 2021.
La diminuzione è dovuta a vari elementi: maggior peso dei generici e biosimilari (ritorneremo in un futuro commento sul dibattito riguardo le recenti indicazioni AIFA), adozione da parte delle Regioni di misure di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva e della sostituzione dei canali di distribuzione.
Dal 2013 al 2018 la quota rappresentata dalla distribuzione diretta DD e per conto (DPC) è passata dal 30% al 42% della spesa farmaceutica. La spesa diretta è stimata in aumento del 5.5% a 10.6 miliardi di euro nel 2019 (35.8% superiore al tetto di spesa di 7.8 miliardi di euro), stabile nel 2020 e in aumento del 1.1% nel 2021.
Su questo trend vi è l’effetto compensato di nuovi farmaci (spesa in rialzo) e della sostituibilità con generici e biosimilari (spesa in ribasso).
CERGAS – OSFAR Osservatorio Farmaci Report annuale per il 2018
http://www.cergas.unibocconi.eu/wps/wcm/connect/cdr/cergas/home/observatories/osfar
RIDURRE L’INCERTEZZA PER MIGLIORARE IL WELFARE PENSIONISTICO
Dopo la crisi finanziaria del 2008, i governi di numerosi paesi europei hanno realizzato riforme del sistema pensionistico con importanti implicazioni economiche sugli individui interessati.
Le riforme sono generalmente di due tipi: taglio degli assegni oppure allungamento dell’età pensionabile. Gli individui in età lavorativa (15-64 anni) formano le aspettative su futuri cambiamenti dei sistemi pensionistici raccogliendo informazioni innanzitutto sul web.
La ricerca di informazioni è costosa, continuativa, anche in assenza di riforme a venire. In presenza di un annuncio di riforma da parte del governo, aumenta il volume delle ricerche correlate perché vi sono più informazioni a disposizione. Gli annunci tuttavia non modificano significativamente le aspettative, che in prossimità di un annuncio tendono a divergere.
L’articolo è basato su un modello di “disattenzione razionale” ossia in presenza di una massa di informazioni gli agenti ottimizzano l’elaborazione delle informazioni disponibili coerentemente con le proprie limitazioni cognitive; ciò spiega tale divergenza. Il risultato può avere importanti conseguenze di finanza pubblica in quanto viene stimato che gli individui sono disposti a rinunciare al 6% dei loro futuri benefici in cambio della rimozione dell’incertezza.
Per i 10 paesi oggetto dello studio, (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, and Svizzera) significa poter implementare sia il taglio degli assegni sia l’allungamento dell’età pensionabile con risparmi che vanno rispettivamente da 1.3 a 1.5 trilioni di euro.
CEPR – Policy Uncertainty and Information Flows: Evidence from Pension Reform Expectations
https://cepr.org/active/publications/discussion_papers/dp.php?dpno=13988