Nella settimana in corso sono stati pubblicati alcuni rapporti di finanza pubblica sul monitoraggio delle varie componenti della spesa sanitaria.

Il Rapporto periodico dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) conferma le difficoltà nel contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera, nonostante i provvedimenti legislativi succedutisi nel tempo. Un rapporto della Ragioneria generale dello stato (RGS) presenta un Sistema sanitario nazionale complessivamente sostenibile, malgrado le eterogeneità regionali. Da un confronto con gli altri paesi dell’Unione europea, sempre a cura della RGS, pensioni e sanità incidono sui conti pubblici in maniera rilevante. In Italia la spesa per sanità (6.8% sul PIL) è contenuta rispetto a Paesi analoghi quali Francia (8.0%) e Germania (7.4%).

Quali sono le priorità per una vera riforma del nostro sistema sanitario? Un volume, dal contributo non molto originale, tira le fila del discorso dal punto di vista di un medico con alcune proposte nello spirito della Costituzione.

Di argomento diverso ma sempre inerente all’ambito della finanza pubblica, si segnala, infine, un paper del Fondo monetario internazionale, fondamentale per l’opera di classificazione di basi di dati, esigenza molto sentita in ambito accademico.

SOTTO CONTROLLO LA FARMACEUTICA CONVENZIONATA, NON QUELLA OSPEDALIERA

L’attività di monitoraggio periodico dell’Aifa sulla spesa sanitaria consiste nella verifica del rispetto del tetto di spesa sul FSN di 7.96% per la farmaceutica convenzionata (spesa farmaceutica territoriale) e del tetto di 6.69+0.2% per la spesa diretta (nuova denominazione della spesa ospedaliera dal 2017).

I risultati sono provvisori per il dato non ancora definitivo del Fondo sanitario Nazionale (FSN) 2019 di 113.8 miliardi di euro, come da comunicazione del ministero della Salute del 3 giugno scorso.

Da gennaio ad aprile la spesa convenzionata, al netto degli sconti, dei pay-bak e a lordo dei ticket, è stata di 2.802,6 milioni di euro pari allo 7.39% del FSN, valore inferiore di 217.79 milioni di euro rispetto al tetto.

Per quanto riguarda invece la spesa farmaceutica diretta, al netto dei pay-Back, del fondo degli innovativi non oncologici ed innovativi oncologici e dell’ossigeno, è stata di 3.552 milioni di euro pari al 9,36% del FSN, valore superiore di 1.014 milioni di euro rispetto al tetto. La spesa per l’ossigeno è stata di 79 milioni di euro pari allo 0.21% del FSN valore superiore di 3 milioni rispetto al tetto.

AIFA – Monitoraggio spesa farmaceutica gennaio – aprile 2019

https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/monitoraggio-spesa-farmaceutica-gennaio-aprile-2019

IN EUROPA PROTEZIONE SOCIALE E SANITÀ ASSORBONO QUOTE RILEVANTI DI SPESA PRIMARIA

La spesa primaria in Italia nel 2017 rappresenta il 44.9% sul PIL. Dal confronto della spesa primaria sul PIL dal 2009 al 2017 emergono differenze significative tra i Paesi dell’Unione europea sia in termini di composizione sia in termini di andamento nel tempo.

Nel 2017 la divisione COFOG (General government expenditure by function) che assorbe la maggior percentuale di risorse è la Protezione sociale (pensioni, indennità di malattia e invalidità, disoccupazione, reversibilità, sussidi sulla casa, etc.) con un range compreso tra 25.1% della Finlandia al 10% dell’Irlanda; in Italia il 21%.

La seconda voce più importante è la sanità con un range compreso tra l’8.5% della Danimarca e il 2.6% di Cipro; in Italia il 6.9%. Seguono la spesa per istruzione, dove la Svezia è il paese in cui si spende di più +6.8% mentre l’Italia è tra le ultime con il 3.8%, prima di Irlanda, Bulgaria e Romania. Nei servizi generali infine la media europea è del 4%.

La Spesa primaria tra il 2009 e il 2017 è in diminuzione in tutti i Paesi tranne la Francia (+0.2%) ma con una certa eterogeneità: si va dal -20.7% dell’Irlanda al -0.5% della Finlandia; in Italia è diminuita del 1.9%.

RGE – La spesa pubblica in Europa 2009-2017

http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/pubblicazioni/analisi_e_valutazione_della_spesa/la_spesa_pubblica_in_europa/index.html

CRESCE LA SPESA SANITARIA MA A TASSI SOSTENIBILI

La spesa sanitaria pubblica corrente nel 2018 si è attestata a 115.4 miliardi di euro in aumento di 1.8 miliardi rispetto al 2017. Il finanziamento ordinario del sistema sanitario è stato di 113.4 miliardi di euro.

Il sistema è in disavanzo di circa 2 miliardi di euro, contro poco più di un miliardo del 2017. In percentuale la spesa sanitaria è aumentata del 1.6% sul 2017, 0.1 p.p. meno del tasso di crescita nominale del PIL cresciuto, nello stesso periodo, dell’1.7%.

Dal 2011 al 2018 il tasso di variazione medio della spesa è stato dello 0.3%, inferiore di 0.7 p.p. al tasso di crescita del PIL nominale. La normativa dei piani di rientro è stata in grado di stabilizzare il sistema.

Rispetto al periodo ante piani di rientro, l’andamento della spesa sanitaria è diventata sostenibile. Dal 2003 al 2006 (ultimo esercizio ante piani di rientro) il tasso di crescita medio della spesa era del 6.4% mentre il PIL nominale era cresciuto in media solo del 3.6%. Dal 2007 al 2010 il PIL è cresciuto del 3.7 % e la spesa sanitaria solo del 2.5%.

RGS – Il monitoraggio della spesa sanitaria – Rapporto n. 6

http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/

UN’UTILE GUIDA PER RICERCATORI, POLITICI E INVESTITORI ISTITUZIONALI

Le ricorrenti crisi del debito sovrano nei paesi emergenti, i lunghi strascichi della recente crisi finanziaria del 2007, hanno spinto molti studiosi ad intraprendere programmi di ricerca finalizzati alla (ri)costruzione di database al fine di colmare le profonde lacune nelle serie storiche dei debiti sovrani e del PIL di tutte le economia del mondo.

Esigenza molto sentita soprattutto per i Paesi emergenti e a basso reddito, i più vulnerabili rispetto a questi fenomeni (e i più lacunosi nei loro dati). Fino a una decina di anni fa, i database a disposizione erano relativamente rari e con una limitata copertura nel tempo.

Le poche eccezioni erano l’imponente lavoro di Angus Maddison di ricostruzione delle serie storiche del PIL dall’anno 1000 ai nostri gironi e, aggiungo, le pionieristiche Penn World Tables (serie storiche su PIL, capitale, produttività e occupazione per 167 paesi dal 1950 al 2017).

In seguito alla diffusione di numerosi database nel mondo della ricerca e delle istituzioni internazionali, gli autori hanno realizzato un importante lavoro sinottico e di categorizzazione di fonti ideato per agevolare l’orientamento in un campo di studio divenuto improvvisamente molto affollato.

IMF – A Guide to Sovereign Debt Data

https://www.imf.org/en/Publications/WP/Issues/2019/09/13/A-Guide-to-Sovereign-Debt-Data-48611

RICETTE SOLIDALI PER IL SSN

Chiunque acceda al Sistema sanitario nazionale affronta di frequente alcuni ostacoli: lunghe liste di attesa per gli esami diagnostici, difficoltà per trovare un chirurgo disponibile a operare tempestivamente un tumore senza oneri, pronto soccorso congestionati, super-ticket e altro ancora.

A fronte di queste criticità, il personale del SSN, a detta dell’autore, è mediamente preparato. Non sono rari i casi in cui i medici riescono a fare miracoli per salvare le vite altrui. In questo brave pamphlet, il SSN è visto con gli occhi critici, ma parziali, di un medico di provata esperienza. Il volume contiene proposte ambiziose, buona parte in controtendenza, centrate generalmente sull’ospedale.

L’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) può essere garantita da risorse derivanti dalla chiusura dei piccoli ospedali, dalla riforma dei Diagnosis-Related Group (DRG) (di cui si denuncia l’uso improprio), dalla limitazione dell’accreditamento del privato esclusivamente negli ambiti in cui il pubblico è carente e da un ripensamento dall’accanimento terapeutico nel fine vita. Per eliminare le liste di attesa, a parità di risorse umane e strumentali, si propone l’abolizione dell’intramoenia, accusata di distogliere i medici dai pazienti meno abbienti e di rendere meno equo il sistema.

Per migliorare la qualità delle cure viene proposta anche la valutazione dell’atto medico sugli esiti e non più sull’aderenza alle norme di legge.

Alcune proposte sono condivisibili, come ad esempio la chiusura dei piccoli ospedali, altre, di natura sistemica, molto meno. Il sistema sanitario milanese, ad esempio, lodato dall’autore all’inizio del libro, dove si viene curati meglio in Italia a costi più bassi per la collettività, è il risultato di un mix di strutture pubbliche e private in implicita concorrenza tra loro con risultati ottimali per tutti.

La salute non è in vendita

https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858132562