Per i macroeconomisti è un periodo difficile, da un lato la crisi del 2008 ha colto di sorpresa anche essi dall’altro appaiono distanti dai bisogni della popolazione. Un brillante pamphlet, edito dal Mulino, difende la professione e la “stringente” validità delle teorie macroeconomiche.

Lo SVIMEZ ritrae un Sud sempre più lontano dal resto dell’Italia ma soprattutto dall’Europa. Il contesto è caratterizzato da minore spesa pubblica ma soprattutto da investimenti in settori poco produttivi.

Un recente paper indaga sulle profonde differenze tra Nord e Sud Italia dove è difficile salire nella scala sociale: al Sud si ha una probabilità di passare dal lower 20% al top 20% quasi quatto volte inferiore rispetto al Nord.

Un editoriale del PIIE sottolinea come la richiesta di protezionismo non derivi da settori con posti di lavoro a rischio per il commercio ma per l’innovazione tecnologica.

Ci sono, Infine, importanti novità nel settore farmaceutico dove un nuovo accordo per la determinazione dei prezzi dei farmaci punta sul “valore aggiunto terapeutico”.

ECONOMISTI LONTANI DALLA REALTÀ O POLITICI ISTINTIVI?

L’agile volume divulgativo di Lorenzo Forni, ex FMI e Banca d’Italia, racconta in poche pagine molte cose. Il dissidio tra economisti e politici. I primi sono preoccupati dal rispetto dei vincoli di bilancio (il titolo “Nessun pasto è gratis” si riferisce proprio a questo); i secondi sono interessati al consenso elettorale di breve periodo, attratti dalla tentazione di far pagare il conto delle proprie decisioni ad altri.

Lo stato dell’arte della macroeconomia, responsabile di non aver previsto la crisi finanziaria del 2007-2008, si ricordi la famosa domanda della Regina Elisabetta “Why did no one see it coming?”. La politica monetaria e quella fiscale che, secondo l’Autore, sono necessarie per ridurre squilibri di breve periodo ma non per stimolare la crescita di lungo periodo che è perseguibile con altri strumenti quali infrastrutture, regolazione e istruzione.

Il ricorso sistematico a politiche monetarie o di bilancio per stimolare la crescita che inevitabilmente si scontra con il vincolo di bilancio rappresentato dai deficit della bilancia commerciale, mai sostenibile nel lungo periodo. Sono riportati alcuni esempi estremi di politiche economiche fallimentari: Bielorussia per la politica monetaria, Egitto per la politica fiscale, Argentina per l’importanza della credibilità della Banca centrale, Grecia per la recente crisi del debito sovrano.

Esperienze analoghe presenti e passate di alcune economie avanzate quali USA, Spagna e Italia. Il volume è corredato di grafici esplicativi di facile lettura e di un’utile appendice finale di approfondimento sui vincoli di bilancio.

Lorenzo Forni, Nessun pasto è gratis, Il Mulino 2019

https://www.mulino.it/a/forni

IL DOPPIO DIVARIO DEL MEZZOGIORNO

Nel 2018 il Mezzogiorno d’Italia è cresciuto dello 0.6% contro lo 0.9% del Paese e il 2.0% della media Ue. Nel 2019 lo SVIMEZ, nell’anticipazione del rapporto che uscirà a fine ottobre, a fronte di un crescita modesta dello 0.3% del PIL nel Centro Nord, prevede per il Mezzogiorno un -0.3%.

Con questo risultato si aggrava il divario con il resto del paese e con l’Europa anche in termini di occupazione e di precarietà del mercato del lavoro. Il tasso di occupazione femminile è ancora troppo basso 35,4%, contro il 62,7% del Centro-Nord e il 67,4% dell’Eu28. Il rapporto sottolinea che un fattore da non sottovalutare è il differenziale di spesa pubblica nel decennio 2008-2018 + 1.4% al Centro Nord mentre al Sud è diminuita dell’8.6%.

Secondo il parere di chi scrive è molto più importante discutere sul ruolo degli investimenti. Sebbene vi sia una dinamica vivace 2018 +3.1% nel Mezzogiorno (Centro Nord +3.4%), i settori in cui si investe sono caratterizzati da una bassa produttività: + 5.6 nelle costruzioni contro +0.1% in impianti e attrezzature (Centro Nord +4.8) che hanno una produttività maggiore. In questo settore il gap pre-crisi non è stato colmato -27,6% (Centro Nord +1.4%) e poco a che fare con l’indebolimento delle politiche industriali.

Desta preoccupazione il fenomeno dell’emigrazione: tra il 2002 e il 2017 sono andate via oltre 2 milioni di persone, di cui 132.187 nel 2017.

SVIMEZ – Anticipazioni Rapporto 2019

http://lnx.svimez.info/svimez/presentazione-anticipazioni-rapporto-svimez-2019/

I POSTI DI LAVORO TRA AUTOMAZIONE E GLOBALIZZAZIONE

La vittoria elettorale di Trump e il ricorso al protezionismo sono correlati al volume degli scambi internazionali oppure all’automazione, che minaccia i posti di lavoro?  Alcuni studi, recensiti dal PIIE (Peterson Insiture for Intermational Economics), fanno il punto sulla situazione.

Il risultato non è ovvio: se si confrontano per ciascun collegio elettorale la quota di posti a rischio automazione e l’incremento dei voto ai Repubblicano dal 2012 al 2016, emerge una correlazione positiva significativa. (0.409).

Controllando per altre variabili (gruppi etnici, istruzione, genere, problemi razziali) la relazione diventa più debole. Un’analisi degli “swign satates” (dove nessun partito ha la sicurezza della maggioranza) conferma che in media sono più vulnerabili rispetto all’automazione del lavoro.

La risposta protezionistica potrebbe avere effetti molto limitati nel risolvere i problemi di questo elettorato acuendo solamente le tensioni intenzionali.

PIIE – Automation, Labor Market Disruption, and Trade Policy

https://www.piie.com/blogs/trade-and-investment-policy-watch/automation-labor-market-disruption-and-trade-policy

VERSO UN NUOVO MODELLO DI NEGOZIAZIONE

Il 1 di agosto è stato pubblicato il nuovo Decreto interministeriale Ministero delle finanze e Ministero della salute che disciplina la negoziazione tra l’AIFA e le aziende farmaceutiche per la rimborsabilità e il prezzo dei medicinali a carico dello Stato.

Il decreto abroga la precedente Delibera CIPE n. 3 del 1 febbraio 2001 e recepisce le indicazioni sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci e dei vaccini presentata dall’Italia presso l’OMS.

Il principio guida enunciato nel decreto è l’adesione al “valore terapeutico aggiunto” rispetto ad altri trattamenti disponibili sul mercato.

In questo modo il modello di negoziazione adotta un’impostazione di tipo “cost-effectiveness” tipica del mondo anglosassone allontanandosi dagli schemi di “budget impact.

Gli osservatori restano in attesa del decreto del direttore generale che chiarirà tutti gli aspetti.

Ministero della Salute – Negoziazione prezzi dei farmaci: cambiano le procedure. Nuovi criteri e più trasparenza

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3848

MOBILITÀ INTERGENERAZIONALE IN ITALIA, PROFONDE DIFFERENZE TERRITORIALI NORD SUD

Un recente paper del National Bureau of Economic Research, analizza la mobilità intergenerazionale in Italia. Lo studio si basa sul database del Ministero delle finanze delle dichiarazioni fiscali.

Le coorti studiate sono di individui nati dal 1942 al 1963 e dal 1972 al 1983. Osservando i risultati a livello nazionale, solo il 10% dei figli di genitori nel primo quantile (reddito inferiore a 15.000 €) ha la probabilità di raggiungere il top 20% (reddito superiore a 50.000 €).

Chi nasce nel top 20%, al contrario, ha probabilità di rimanervi del 35.6%. Osservando i risultati a livello territoriale, emergono importanti differenze tra Nord e Mezzogiorno: la probabilità di passare dal 20% inferiore al 20% superiore, a Milano è del 22% mentre a Palermo è solo del 6%.

Quali sono gli indicatori associati a queste differenze? Molto dipende dalle condizioni del mercato del lavoro, dalla stabilità delle famiglie, dalla qualità del percorso scolastico (sia la scuola materna sia i voti e i punteggi degli studenti).

VoxEu – And yet, it moves: Intergenerational mobility in Italy

https://voxeu.org/article/intergenerational-mobility-italy