Questa settimana focus su farmaceutica e sanità.
Due pubblicazioni che trattano del settore farmaceutico sia dal punto di vista del regolatore sia dal punto di vista dell’associazione di settore. Il filo conduttore è la complessità del processo di determinazione dei prezzi dei farmaci che siano simultaneamente sostenibili per le finanze pubbliche, per i cittadini e per l’industria. L’OECD sottolinea, a questo proposito, l’importanza dell’attività di regolazione ai fini di una maggiore copertura e accesso dei Sistemi sanitari.
Il settore Sanitario infine è in continua evoluzione ma è difficile osservarlo tempestivamente dai dati del Ministero della Salute. Il personale è in costante diminuzione e la struttura dell’offerta sta cambiando anche in relazione ai mutamenti demografici. La Corte dei Conti, infine, evidenzia quanto ancora va fatto per garantire accesso alle nuove prestazioni e per una migliore destinazione delle risorse.

UN SETTORE IN SALUTE, NONOSTANTE PREZZI E MARGINI IN DISCESA
Dai dati pubblicati di recente da Farmindustria, in occasione dell’ultima assemblea nazionale, il settore farmaceutico italiano è in crescita anche nel 2018. Il fatturato è aumentato del 3.2% sul 2017 così come le esportazioni +4.7%.
Tra il 2014 e il 2018, l’occupazione è cresciuta dell’8.6% rispetto al settore manifatturiero in cui è cresciuta solo del +2.0%.
Il contributo agli investimenti sia in produzione sia in ricerca e sviluppo è stato rilevante: 3 miliardi nel 2018, in aumento del 7.1% sul 2017 con un aumento del 33% negli ultimi 5 anni. Sono risultati positivi, nonostante il settore stia fronteggiando contemporaneamente una diminuzione dei prezzi e un incremento dei costi. Nel 2018 i prezzi dei farmaci in Italia sono diminuiti del 2.6% rispetto al 2017 mentre il calo dei farmaci rimborsabili è stato del -4.3%.
Dal 2001 i prezzi dei farmaci sono diminuiti del 33% e in particolare quelli rimborsabili del 50% a fronte di un aumento del livello dei prezzi del 32.5%. Questo, unito a un incremento generalizzato dei costi ha ridotto i ricavi medi, che sono ben al di sotto della media europea (5.6 euro contro 10).

AGCM: IL MERCATO DEI FARMACI È DA RIEQUILIBRARE
Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), la disciplina di negoziazione dei prezzi dei farmaci in Italia non è sufficiente a impedire incrementi ingiustificati del prezzo dei farmaci.
Il caso portato ad esempio è il procedimento contro Aspen Pharma Trading Ltd, un’impresa farmaceutica sanzionata nel 2016 per abuso di posizione dominante per aver aumentato ingiustificatamente il prezzo di alcuni medicinali e in particolare del 1,500% il prezzo di un farmaco antitumorale salvavita.
La conclusione dell’Autorità è che nel settore farmaceutico italiano c’è uno squilibrio tra L’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) e le industrie farmaceutiche, soprattutto quando non c’è accordo tra le parti. In questo caso il farmaco viene immesso comunque sul mercato in Fascia C e il costo grava interamente sui pazienti o su fondi Regionali.
Altro elemento di criticità è l’asimmetria informativa che limita l’Aifa nella definizione delle variabili di costo. Alcune norme contenute nella legge di bilancio 2019 sono valutate positivamente nell’ottica di riequilibrio del mercato.
Autorità garante della concorrenza e del mercato – Relazione sull’attività svolta nel 2018

INDIVIDUARE LE BEST PRACTICES PER LA REGOLAZIONE DI PREZZO NEI SISTEMI SANITARI
L’innovazione tecnologica, i prezzi dei farmaci innovativi e altri fattori esercitano una pressione crescente sui costi nei sistemi sanitari nazionali mettendo a rischio la sostenibilità della copertura universale.
Nella Sanità i prezzi sono determinati in modo differente dal mercato d’impostazione classica, per cui i consumatori sono mediamente meno sensibili ossia più vulnerabili alle variazioni di prezzo.
Un recente lavoro dell’OECD e dell’Organizzazione mondiale della sanità confronta le esperienze di alcuni Paesi nel processo di regolazione dei prezzi nella sanità con riferimento ai risultati ottenuti sia in termini di qualità, sia di esiti sanitari e soprattutto di copertura e accesso.
Le raccomandazioni sono destinate ai Paesi a medio e basso reddito che rappresentano il 70% della popolazione mondiale, dove la spesa sanitaria pubblica è raddoppiata tra il 2000 e il 2016. I casi di studio sono illustrati tenendo conto della diversità dei vari ambiti di applicazione.
WHO & OECD – Price Setting and Price Regulation in Health Care

PERSONALE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE IN COSTANTE CALO. CAMBIA LA STRUTTURA DELL’OFFERTA
Dopo un anno di sospensione, il Ministero della Salute ha ripreso la pubblicazione di alcune importanti statistiche sul Sistema Sanitario Nazionale.
La comunità scientifica italiana da tempo denuncia difficoltà nella disponibilità di dati del settore sanitario in Italia. Il fenomeno è acuito ancora di più dalla bassa frequenza dell’aggiornamento di gran parte delle serie storiche. Per questo motivo le analisi sui mutamenti in atto e le previsioni sulle tendenze possono essere viziate da risultati superati.
Dal confronto con gli ultimi dati disponibili al 2013, nel 2016 il personale del SSN (605,430) è diminuito del 3.4%. Calano sia il ruolo sanitario, sia il ruolo tecnico rispettivamente del 2.8% e del 3.5%.
Per quanto riguarda l’offerta, diminuiscono i presidi di assistenza ospedaliera del 3.8% in modo più marcato per il settore pubblico -4.2% che per il privato accreditato, -3.3%.
Sono in aumento le strutture assistenziali residenziali e semi-residenziali, rispettivamente del 7.2% e del 6.2%.
È in corso una riorganizzazione dell’offerta che è caratterizzata da una diminuzione delle strutture ospedaliere (chiusura dei presidi più piccoli e diminuzione dei posti letto di degenza ordinaria -3.5%) e dall’incremento di strutture di assistenza.

I NUOVI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA (LEA) ANCORA SENZA TARIFFE MENTRE LA REVISIONE DEL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO NAZONALE (FSN) È FERMA
La Corte dei Conti, nell’annuale Giudizio di parificazione, valuta l’efficacia delle missioni e dei programmi dei Ministeri. L’attività della Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la Promozione dell’Appropriatezza nel Servizio Sanitario Nazionale in seno al Ministero della Salute è di cruciale importanza.
Il recente decreto di aggiornamento dei LEA (D.P.C.M 12 gennaio 2017) ha introdotto novità significative nell’ambito dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica. L’accesso alle nuove prestazioni dopo due anni è tuttavia ancora precluso per la mancata emanazione dei decreti che fissano le tariffe massime.
La Corte rileva inoltre che l’attività di revisione dei criteri di riparto del FSN è ancora ferma. Essa auspica che, grazie al patrimonio di dati provenienti dal Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) e dal flusso della tessera Sanitaria, si possano elaborare modelli di analisi dei costi e dei fabbisogni standard che orientino la distribuzione delle risorse non più in base ai fattori produttivi ma alle esigenze di salute del paziente.