Nel corso dell’ultimo quindicennio, la spesa sanitaria pubblica ha subito una compressione e una successiva stabilizzazione in termini di PIL ai livelli all’incirca pari a quelli del 1990. Questo processo è stato parte della più ampia risistemazione della finanza pubblica, per favorire la partecipazione alla fase finale dell’introduzione della moneta unica europea. A questo restringimento del canale di finanziamento pubblico si è contrapposto il processo di invecchiamento più incisivo tra i Partner UE, che si è tradotto in un crescente peso del finanziamento privato.

Il trasferimento di responsabilità tra pubblico e privato è avvenuto, e ancor tutt’ora avviene, sotto forma di maggiori pagamenti dei cittadini a valere sui loro redditi disponibili, in presenza di uno sviluppo ancora embrionale di forme organizzate e gestite professionalmente di copertura sanitaria (fondi e assicurazioni), e senza il supporto di schemi articolati e organici di agevolazione fiscale e di regolazione della domanda. Se si focalizza l’analisi sugli anni più recenti (2000-2004), emerge chiaramente il riaffiorare di tendenze di crescita delle spesa sanitaria pubblica, riconducibili non a scelte chiare e programmate delle risorse da dedicare al settore, ma ad una vera e propria “deriva” che si sta producendo nel contesto normativo e istituzionale federalista iniziato e ancora gravemente incompleto.

Scritto da: Fabio Pammolli e Nicola C. Salerno