Il Decreto Legislativo del 5 Dicembre 2005, n. 252, “Disciplina delle forme pensionistiche complementari” ha introdotto in Italia il Testo Unico della Previdenza Complementare (“TUP”), che ha modificato e integrato la normativa riguardante la previdenza privata. Come la previgente normativa, anche il TUP individua, come possibili fonti di contribuzione ai programmi di investimento previdenziale, il contributo del diretto interessato, cioè il lavoratore, il contributo del datore di lavoro e lo smobilizzo degli accantonamenti al trattamento di fine rapporto (“TFR”). Il TUP è stato concepito con l’obiettivo di innalzare il grado di convenienza per il lavoratore-partecipante ad aderire a programmi di investimento previdenziale, nel contempo cercando di attutire gli effetti che lo smobilizzo del TFR produce sull’equilibrio finanziario delle imprese, nonché di circoscrivere la dimensione della tax expenditure nei limiti consentiti dall’attuale situazione di finanza pubblica.
Il presente lavoro dapprima descrive la normativa riguardante la previdenza complementare, sia quella previgente che quella modificata dal TUP, con particolare riferimento al trattamento fiscale; successivamente, è simulata la partecipazione ad una forma di previdenza complementare da parte di un neoassunto regolare del settore privato che si avvale anche del completo smobilizzo del TFR (senza che si aggiunga un contributo specifico da parte del datore di lavoro).
Scritto da: Fabio Pammolli e Nicola C. Salerno