Si parte dal presupposto metodologico che il pilastro privato non sia uno strumento deputato al trasferimento di risorse dal datore di lavoro al lavoratore. Gli obiettivi redistributivi, non ristretti all’interno del rapporto diretto tra lavoratore e proprio datore, sono affidati al sistema fiscale e anche a quella parte del sistema fiscale che riguarda il disegno delle agevolazioni agli investimenti previdenziali. Ciò posto, nel valutare le ipotesi di finanziamento del pilastro privato e di smobilizzo del TFR, non ci si può esimere dal considerare il rispetto delle compatibilità economiche tra gli attori coinvolti, cioè il rispetto del loro vincolo di bilancio. E’ una posizione metodologica di realismo all’interno di un’economia di mercato, necessaria a dare fondamenta solide al pilastro privato: da un lato v’è la contrattazione del costo del lavoro comprensivo di tutte le sue poste; dall’altro la scelta di avvio del pilastro privato con eventuale ricombinazione delle poste all’interno del contrattato costo del lavoro.
Scritto da: Fabio Pammolli e Nicola C. Salerno